dalla pianta al cantiere - confronti e sperimentazioni

In molte parti del mondo il bambù è tradizionalmente annoverato tra i materiali costrittivi. Quest'erba gigante dalla crescita rapida si presta infatti per realizzare strutture performanti con un impatto ambientale molto contenuto; soprattutto se i luoghi di coltivazione ed impiego non distano troppo. Molte delle 1.600 specie di bambù conosciute sono idonee per essere coltivate sulla penisola italiana ed una delle collezioni viventi più complete di questa graminacea si trova nel Museo Orto Botanico di Roma.

Dal 20 al 22 maggio 2022, AK0 ha ospitato proprio nella meravigliosa cornice dell'Orto Botanico alle pendici del Giancolo Cultura Italiana del Bambù, un'iniziativa di tre giorni tutta dedicata all'uso di questa pianta nel mondo delle costruzioni. L'iniziativa si è svolta in collaborazione con l'Associazione Italiana Bambù (AIB) e l'Università La Sapienza. Allo svolgimento delle varie attività hanno contribuito altri partner tra cui SpontaneoDesign, l'azienda Bambuseto, il gruppo VAHA (Virtual Architecture Handicraft Art) ed il progetto LWTD del maestro Giovanni Todaro. L'iniziativa, coordinata da Stefan Pollak e Michela Bucciarelli, comprendeva infatti laboratori per bambini, performance musicali, workshop di architettura e conferenze tematiche.

I partecipanti più giovani hanno avuto due occasioni per esplorare le potenzialità del materiale sotto la guida di Sara Violante e Stefano Martinelli, i titolari di Bambuseto, l'azienda toscana che coltiva e lavora bambù e rifornisce designer in tutta Italia ed oltre. Durante la mattinata di sabato, Sara e Stefano hanno accompagnato un gruppo di bambini in un percorso esperienziale dalla pianta al manufatto. Dopo aver esplorato insieme dove e come cresce il bambù, il gruppo ha realizzato un'installazione sonora utilizzando il materiale raccolto direttamente nella collezione romana. La mattinata di domenica è stata dedicata invece al laboratorio artigianale, in cui i bambini hanno potuto realizzare piccoli oggetti in bambù sotto la guida esperta dei due artigiani versiliesi.

Professionisti e studenti universitari delle materie più tecniche sono stati invitati a partecipare a DigitalBamboo, un workshop ideato da Rossella Siani e Stefan Pollak in cui s'incontrano la progettazione algoritmica con le costruzioni vegetali. Durante questa iniziativa, in programma per tutta la giornata di venerdì, i partecipanti hanno potuto conoscere alcune modalità operative per usufruire delle vaste possibilità che si aprono ai progettisti grazie all'uso di strumenti digitali per loro natura sistematici e numerici anche se applicate al mondo dei materiali vegetali intrinsecamente imperfetti e poco standardizzati. Ne è nato il Calice delle Rose, un guscio reticolare con maglia in bambù stabilizzata da nodi in legno e corda, che è poi stato installato nel Roseto dell'Orto Botanico.

Cuore dell'iniziativa è stata la conferenza tematica Cultura Italiana del Bambù in cui esperti da tutta la penisola hanno presentato ricerche e riflessioni incentrate sulle potenzialità del bambù per il settore delle costruzioni.

Stefan Pollak ha moderato l'incontro che si è aperto con il saluto di Lorenzo Bar, fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Bambù.

L'intervento di apertura comprendeva un excursus sugli ultimi decenni di iniziative promosse per aiutare questa graminacea gigante, rinnovabile ed affascinante, a conquistarsi anche in Italia un posto nel novero dei materiali da costruzione.

Che le premesse tecniche ci siano tutte, lo dimostra l'esperienza riportata da Francesca Parotti, ingegnera e docente dell'ISIA di Firenze, che non solo ha fatto conoscere ad ascoltatrici ed ascoltatori alcune tecniche recenti di ingegnerizzazione del materiale, ma ha riportato come, proprio per alcune sue caratteristiche tecniche di resistenza a trazione ed elasticità, il bambù sia entrato tra i materiali contemplati anche per le applicazioni in ambito aerospaziale.

Stefano Martinelli e Sara Violante hanno presentato al pubblico la loro esperienza del Bambuseto di Spezzano Pianore in Provincia di Lucca. La loro azienda, fondata nel 2009, copre tutte le fasi della filiera: coltivazione, lavorazione di semilavorati, realizzazione di oggetti o installazioni includendo la progettazione o, sempre più spesso, la consulenza tecnica per altri progettisti.

Marco Fabiani, ingegnere e fondatore di Bambù Strutturale, ha illustrato alcune ricerche recenti che mettono in luce le peculiarità strutturali del bambù. Si tratta di specificità che, se comprese e gestite a livello di progetto, possono far sì che il bambù possa svolgere un ruolo importante nelle costruzioni. Capire tali specificità può inoltre servire per comprendere comportamenti strutturali più complessi da applicare per trasposizione ad altri materiali.

Gli ha fatto da sponda su questo Luisa Molari, professoressa di ingegneria dell'Università di Bologna che ha aggiunto una riflessione approfondita a partire dal tema del nodo strutturale. Nel presentare differenti schemi strutturali adatti al bambù e alternative di giuntura possibili, ha introdotto anche il tema del riferimento normativo e di quanto la presenza o mancanza di regole certe cui riferirsi, almeno nel contesto italiano, vincoli ancora l'impiego del bambù nell'edilizia di tutti i giorni.

Rossella Siani ha illustrato il progetto di ricerca già menzionato DigitalBamboo, illustrando le basi più concettuali del lavoro che era stato svolto anche nel workshop pratico. A partire da una rassegna di progetti realizzati negli ultimi tre anni in cui la progettazione algoritmica apre nuove possibilità al costruire con materiali naturali, ha presentato alcune delle modalità sviluppate per rendere possibile questo connubio di due mondi così differenti. È stata l'occasione per presentare anche l'omonima mostra allestita (grazie al contributo di BACAS e Fondazione MiDA) all'interno della serra espositiva dell'Orto Botanico.

I progetti più recenti realizzati in bambù erano anche il cuore della presentazione di Mauricio Cardenas Laverde, architetto colombiano di base a Milano. Cardenas ha illustrato opere realizzate e proposte progettuali per edifici pubblici e privati realizzati nel suo paese di origine. Dalla sua ricerca progettuale emerge soprattutto una volontà di combinare l'ancestralità della Guadua, la specie di bambù più usata in Colombia, con continue innovazioni tecnologiche che la possano rendere adatta al mercato edile attuale. Merito speciale di Mauricio Cardenas di essere riuscito a portare la sua esperienza costruttiva anche in Italia dove ha realizzato opere in bambù come il Padiglione Microclimatico (2006) o il prototipo di una casa a basso costo per il Fuorisalone di Milano (2010).

Tra gli interventi dell'incontro è stato proiettato un video-messaggio di Gunter Pauli, imprenditore, economista e scrittore belga e teorizzatore della Blue Economy. Benché fosse pre-registrato prima dell'iniziativa, è stata una perfetta sintesi del dibattito. Anche Pauli ha citato le imponenti proprietà tecniche del bambù, ne ha messo in luce l'universalità ricordando che il bambù può essere materia da costruzione, cibo, pianta ornamentale e strumento di riqualificazione paesaggistica. A questo Pauli ha aggiunto un importante messaggio sulla bellezza intesa come valore universale che può generare pace e benessere per tutta l'umanità. Nel bambù, a suo dire, questa bellezza è intrinseca.

Dopo un breve dibattito tra i presenti su alcuni dei temi toccati, la serata si è conclusa con l'esibizione del progetto Learn with Giovanni Todaro che ha portato un gruppo di suoi alunni, giovani trombettisti, a suonare dal vivo direttamente nel cuore della collezione di bambù dell'Orto.

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Roma - tre giornate dedicate al bambù