Prefabbricazione e autocostruzione


Uno dei punti focali su cui si concentra la ricerca di tutte le realtà del network di BIØN è l'individuazione delle risorse locali più efficaci rispetto al sistema produttivo di riferimento. Da un lato l'uso dei materiali naturali è un invito al lavoro manuale: i prodotti finali sono perlopiù atossici e la maggior parte delle tecniche sono facili abbastanza per essere imparate da chiunque con la giusta motivazione e poche sessioni di formazione mirata. Dall'altro lato, il lavoro manuale può facilmente raggiungere costi insostenibili, soprattutto nei paesi più industrializzati. Per (re-)introdurre i materiali naturali, inclusi i loro benefici ambientali e sociali, nel mercato edilizio contemporaneo è necessario trovare efficienti alternative alla casa unifamiliare realizzata con processi completamente artigianali.


Inoltre, è necessario riconoscere che le possibilità tecniche oggi ci consentono di raggiungere obiettivi neanche immaginabili qualche decennio fa. Ad oggi, è auspicabile che gli sforzi verso l'automazione dei processi vadano di pari passo con le nuove possibilità di progettazione e con una più ampia accettazione di soluzioni rispettose dell'ambiente.


Durante il terzo incontro di BIØN-talks, il ciclo di conferenze previste dal programma del workshop, si è discusso proprio della questione dei materiali naturali e delle geometrie complesse. Il presidente di Ak0 Stefan Pollak ha evidenziato la complessità dei materiali naturali, che contengono intrinsecamente informazioni sul loro comportamento; se investigate, è possibile usare tali informazioni a vantaggio sia della progettazione che della realizzazione. Altri due contributi hanno arricchito il dibattito e hanno mostrato i numerosi scenari possibili grazie alla progettazione e produzione a controllo numerico.


Alessandra Fasoli del FabLab Roma ci ha fornito una panoramica di recenti esperimenti in cui le possibilità dell'uso della terra cruda come materiale da costruzione sono state esplorate attraverso l'utilizzo di stampanti 3D, robot muratori e droni, a vantaggio di un'architettura controllata numericamente. Rossella Siani, dall'Università di Napoli ha introdotto le basi della progettazione parametrica e ci ha mostrato alcuni possibili risultati di processi progettuali controllati con algoritmi e realizzati con terra cruda.



Contemporaneamente, l'attività del workshop sul cantiere ci ha fornito l'occasione per un piccolo esperimento in questo senso: in collaborazione con Modulare, una giovane azienda di costruzioni in legno, è stata realizzata una parete di quincha con una geometria diamantata. La precisa prefabbricazione degli elementi in legno ha reso l'assemblaggio in cantiere facile e veloce. La superficie resa dall'intreccio di canne nei telai lignei non è stata rivestita al fine di mostrare la sua naturale origine.


Il binomio materiali naturali + forme complesse sembra funzionare e aspetta solamente che le sue potenzialità vengano esplorate ulteriormente.
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incompiuto con innesto

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Field trip: case di terra in Abruzzo