la nostra cattedra è il cantiere - AK0 affianca le ricerche per due tesi di laurea in Costa d’Avorio
Lisa e Giovanna sono due pioniere. Non solo perché hanno deciso di recarsi in Africa per svolgere delle ricerche preparatorie per le loro tesi di laurea, ma perché stanno aprendo ad AK0 una nuova occasione di formazione e collaborazione. L’associazione ha infatti accettato di affiancare le due studentesse nel loro percorso di fine carriera di studi e di integrare la loro esperienza nel quadro delle attività che sta svolgendo in Costa d’Avorio da quattro anni. Dal 2018, AK0 ha infatti in corso una collaborazione pluriennale con la rete di associazioni Eau & Miel, attiva nel paese africano dal 2001.
Nella vita di chi studia, difficilmente vi è un'esperienza che più della tesi di laurea rappresenta conclusione e partenza in un'unica occasione. All’ambizione di chiudere in bellezza e la motivazione di presentarsi nel migliore dei modi in un mercato del lavoro esigente, le nostre pioniere dell’Università di Trento e dello IUAV di Venezia hanno deciso di aggiungere una sfida ulteriore; quella di usare l'occasione della tesi per mettere quanto appreso durante il percorso di studi a servizio della società.
Nel campo dell'architettura, da sempre deputata a migliorare gli spazi e con essi la convivenza sociale, una tale ambizione trova terreno fertile.
Ovviamente, un'associazione no-profit non si sostituisce agli atenei, che sono il luogo deputato al dibattito critico-scientifico. Può però contribuire ad ancorare le esperienze di ricerca maggiormente nella realtà dei luoghi. È quanto sta succedendo con le laureande che dal mese di gennaio scorso collaborano alle attività di cooperazione internazionale che AK0 ha avviato in Costa d’Avorio.
Il risultato della tesi sarà in entrambi i casi la progettazione di un edificio ad uso pubblico nel Sud del Mondo e più specificatamente all’interno di insediamenti in transizione tra rurale ed urbano. Lisa e Giovanna stanno trascorrendo insieme un periodo di ricerca di diverse settimane in Costa d'Avorio per raccogliere più informazioni possibili sulle risorse disponibili in loco, sulle modalità costruttive più diffuse e le rispettive criticità, per conoscere le maestranze del posto e le possibilità tecniche da attivare nei loro progetto e, in generale, per trarre più ispirazione possibile. Le indagini di Lisa sono indirizzate alla realizzazione di un saponificio sociale a Djebonoua, nel centro della Costa d'Avorio. Qui gli apicoltori della rete Eau et Miel prevedono di valorizzare la cera delle proprie arnie per fabbricare prodotti cosmetici naturali creando così una nuova fonte di reddito per una ventina di persone della comunità locale. Giovanna ha invece accettato la sfida di dotare un quartiere di espansione della città di Daoukro, nel centro-est del paese, di un nuovo polo scolastico realizzato prevalentemente con materiali naturali. Qui l'obiettivo è quello di applicare tecniche costruttive tradizionalmente presenti in loco che, grazie a piccole innovazioni tecnologiche, possono risultare idonee anche per edifici pubblici.
Mentre svolgono le loro indagini, anche Lisa e Giovanna confermano che il modo più efficace per generare e scambiare conoscenza sull'ambiente costruito è proprio costruire. Per i piccoli cantieri sperimentali di cui hanno bisogno per verificare le prime ipotesi progettuali, possono contare sull'aiuto dei giovani della cooperativa Jeune Talent che AK0 ha contribuito a formare. È così che sono in preparazione prove di carico per murature in terra battuta (pisé), o solai in bambù, che si verificano soluzioni alternative per i dettagli più tecnici di messa in opera fino ad arrivare alla realizzazione di un impianto di fumigazioneche servirà per trattare le canne di bambù e preservarle dagli attacchi di insetti e altri parassiti. Per le studentesse è un banco di prova importante doversi confrontare con decisioni di cantiere “vere”, un’opportunità che nei cantieri europei è negata troppo spesso ai giovani in formazione. Per i lavoratori ivoriani è una motivazione in più poter contribuire alla buona riuscita di un lavoro che sarà presentato “lassù in Europa”.
La consapevolezza che si genera su quello che si sta facendo è utile anche a loro per fare quei piccoli progressi tecnici di cui hanno bisogno. Così come saranno utili le strutture sperimentali realizzate durante il percorso di ricerca. Ad ognuna di loro è stata trovata una funzione pratica; perché l'idea di costruire un prototipo solo per osservarlo e buttarlo giù dopo qualche mese non è ammessa in un contesto in cui risorse da sprecare non ve ne sono.