Autocostruzione assistita e riqualificazione energetica - workshop di progettazione a Roma come prima tappa di un progetto pilota in Brasile


 


Parlare di condizioni climatiche in relazione al Brasile ci fa pensare spontaneamente a spiagge tropicali, foreste amazzoniche o, tutt'al più, alle aride praterie dell'entroterra. Facile dimenticare che gli stati più meridionali di questo grandissimo paese si caratterizzano per un clima temperato in cui le condizioni invernali possono essere piuttosto rigide.

Se nelle zone più vicine all'equatore, le case devono soprattutto schermare l'eccessivo irraggiamento solare e offrire una protezione dalle copiose precipitazioni durante la stagione delle piogge, nella parte meridionale del paese all'involucro dell'edificio si richiedono prestazioni più articolate. Non sempre il patrimonio edilizio esistente è all'altezza di questa necessità.

Insieme all'Università Federale di Pelotas, AK0 è impegnata da alcuni mesi in un progetto che punta ad aiutare gli abitanti di un complesso di case popolari a migliorare le loro condizioni abitative, mettendo in gioco soluzioni a basso costo concepite per essere replicate in autonomia. Anglo, il quartiere in cui un primo gruppo di sei famiglie ha accettato di partecipare attivamente all'iniziativa, si trova a Pelotas città di ca. 350.000 abitanti nello stato del Rio Grande do Sul, a poco più di 100km dalla frontiere con l'Uruguay. Il quartiere è frutto di un programma statale dei primi anni 2000 che ha portato al riordino di un insediamento precario offrendo nuove abitazioni. L'iniziativa, sicuramente lodevole sul piano sociale ed urbano, è stata però realizzata con forti carenze sul piano tecnologico. Specialmente nei mesi invernali, sono frequenti condizioni ambientali inadeguate con conseguenti problemi di insalubrità interna.

Un team di ricerca dell'università locale sta ora adottando insieme ad AK0 la filosofia del low-tech per sviluppare una serie di dispositivi in grado di migliorare le prestazioni energetiche senza richiedere interventi di manutenzione inaccessibili. Alcune soluzioni impiegano materiali provenienti dall'upcycling di materiali di scarto, ad esempio come materiale coibente. Ci si avvicina così ad una logica di economia circolare in cui lo scarto di un processo diventa la risorsa per un altro, riducendo così l'impatto ambientale anche sotto il profilo dei materiali oltreché del comportamento energetico in fase d'uso.

La situazione sanitaria mondiale ha costretto il team italo-brasiliano ad affrontare la prima fase di progetto a distanza. Sul posto, il gruppo di lavoro locale ha interagito nel limite del possibile con gli abitanti per confermare alcune ipotesi d'intervento elaborate in precedenza e per conoscere meglio le esigenze specifiche delle singole famiglie così come le loro disponibilità a mettersi in gioco, sia in termini economici sia con forza-lavoro diretta. Questi dati sono stati alla base di una sessione progettuale intensiva in cui, lavorando da Roma, i tecnici di AK0 hanno sviluppato proposte tecniche da realizzare in loco. 

workshop di progettazione a distanza

   

upcycling di materiali di scarto per la coibentazione - proposte di filiera circolare

collegamento online per la condivisione dei risultati con i responsabili locali


Ad agosto prossimo è previsto finalmente un workshop di autocostruzione assistita a Pelotas in cui un piccolo team di AK0 coadiuvato da tecnici ed artigiani locali realizzerà insieme agli abitanti soluzioni per l'isolamento interno delle coperture, sistemi di ombreggiamento solare e alcuni prototipi di rivestimento esterno. Oltre a soluzioni già pienamente verificate sotto i profilo tecnico, è prevista l'applicazione di alcuni prototipi di facciata da sottoporre a misurazione al fine di rilevarne l'efficacia prima di procedere ad una fase di moltiplicazione in cui i dispositivi più convincenti verranno applicati anche ad altre case del quartiere e presto, questo l'auspicio del team internazionale, anche in molte altre abitazioni con condizioni ambientali simili.

 

Il progetto è finanziato dal Otto per Mille della Tavola Valdese e vede la collaborazione di Architettura Senza Frontiere Lazio per le attività in Italia. In loco, il progetto è supportato dall'amministrazione comunale di Pelotas e da Sanep, l'azienda municipalizzata per la nettezza urbana.

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