Contemporary Architecture & Natural Material _ resoconto del convegno Piliko a Creta
Sosteniamo da sempre
che i materiali da costruzione vadano procacciati da fonti
possibilmente vicine al cantiere. Allo stesso tempo riteniamo
importante che a viaggiare siano le informazioni e, di conseguenza,
le persone.
Piliko, l'associazione
greca che da dieci anni promuove l'architettura sostenibile
sull'Isola di Creta e oltre, sembra condividere questa linea. Per
onorare il primo decennio della sua fondazione, ha organizzato nel
mese di maggio 2018 una serie di eventi che vede partecipi architetti
e costruttori da tutto il mondo.
Una mostra con più di
cinquanta progetti da tre continenti sul tema Architettura
Contemporanea & Materiali Naturali è
stata allestita nella splendida cornice del Centro di
Architettura Mediterranea
all'interno del Grande Arsenale veneziano di Chanià (La Canea). AK0
è presente con un resoconto del progetto LearnBIØN che include
l'esperienza del cantiere-scuola realizzato a Casaprota e con la
ricerca SBAM.it (Spazi di bambù italiano).
Per due giorni, nella
stessa sede, si è svolto un convegno con 16 relatori da 10 paesi i
cui contributi vogliamo riassumere qui:
Dopo i saluti ufficiali
di Apostolos Mousourakis, fondatore di Piliko, l'associazione cretese
presenta le sue attività ed i programmi per il prossimo futuro. Ne
parlano Giorgos Andresakis, Giorgos Iglesakis e Claire Oiry. Piliko
ha realizzato negli ultimi anni innumerevoli workshop di formazione,
spesso in partnership con ospiti stranieri tra cui Gernot Minke,
Gianfranco Noriega e, nel 2013, AK0. Nel mentre, Piliko ha avviato una
collaborazione continuativa con l'Università Tecnica di Creta. Nella
locale scuola di architettura, gli operatori dell'associazione
affiancano, prevalentemente con attività di didattica pratica sulla
costruzione in terra cruda, i docenti in corsi di vario livello. Sono
coinvolti i corsi di tecnologia dell'architettura come materie più
specifiche tra cui il design parametrico. Le ricerche in questo
ultimo campo sono coordinate dal Prof. Alexandros Vazakas, anche lui
tra i relatori del convegno.
Altre esperienze di
Piliko includo consulenze tecniche per altri professionisti ed il
tutoraggio di tesi di laurea. Un interessante esempio è dato dal
progetto Plethro sviluppato dagli stessi Giorgos Andresakis e
Giorgos Iglesakis con Nikolaos Asimakis. I giovani progettisti hanno
sviluppato un mattone compresso con sagoma trapezoidale ed una forma
che permette l'indentellamento dei blocchi. La forma è studiata in
modo da permettere diverse soluzioni di muratura dritte ed articolate
e permette un agile integrazione di installazioni tecniche ed
elementi di rinforzo. Gli stessi mattoni, nella mostra di questi
giorni sono stati usati come fondazione per un'istallazione in canna
di fiume a cura di VOLTA Arquitectes di Barcellona (ES).
volta d'ingresso alla mostra nel Centro di Architettura Mediterranea, archi di canne e mattoni compressi Plethro. Piliko + VOLTA Arquitectes |
AK0, rappresentata da
Stefan Pollak, ha contribuito con la presentazione di alcune recenti
esperienze, in primis quanto realizzato nell'ambito del progetto
europeo LearnBIØN. La conferenza è stata occasione per illustrare
la modalità dell'associazione di coordinare la realizzazione di
canterie con l'attività di formazione e di ricerca. In prospettiva,
oltre a consolidare il cantiere-scuola di Casaprota come sede per le
attività di formazione pratica, AK0 prevede di estendere le sue
attività in altri continenti, Africa in primis. Stefan ha, a questo
proposito, illustrato le prime attività investigative svolte a
febbraio scorso in Costa d'Avorio.
primi passi per un programma di architettura sostenibile a Prikro, Costa d'Avorio. AK0, 2018 |
E' in Africa
occidentale che opera anche Maria Brown Birabén, architetto e
cooperante internazionale di origine argentina ma sotto contratto
alla ONG spagnola ESTEPA. Maria sta promuovendo in Senegal un
programma per la formazione e l'avviamento lavorativo di donne nel
settore delle costruzione. Il cantiere è tra i posti di lavoro più
remunerativi nell'entroterra senegalese e normalmente dominio
maschile totale. Data la cronica mancanza di manodopera edile
qualificata, ESTEPA ha voluto puntare sull'apertura di questo settore
economico al mondo femminile, sfida non indifferente in un paese di
cultura islamica.
Il suo programma, messo
in campo grazie a finanziamenti statali e regionali spagnoli, ha
portato alla formazione di inizialmente 14 muratrici di cui 6 si sono
riunite in cooperativa e hanno fatto del mondo delle costruzioni il
loro mestiere di vita, realizzando già numerosi edifici, pubblici e
privati, Le prime professioniste formate operano oggi come formatrici
per estendere l'esperienza nelle altre zone del paese. L'esperienza
di formazione è certificata secondo il sistema ACVET (African Credit
system for Vocational Education and Training), un riadattamento, che
la stessa Maria ho contribuito ad elaborare, del sistema di
accreditamento europeo per l'istruzione e la formazione professionale
ECVET.
Sul piano tecnico, le
prime esperienze sono state svolte con mattoni convenzionali in
sabbia e cemento. Nel corso di svolgimento del programma, Maria ha
tuttavia introdotto la produzione di mattoni compressi in terra cruda
come alternativa. Maria spiega che il cambio di tecnologia non è
dovuto ad una spiccata consapevolezza ambientale, “non è un tema,
lì hanno bisogno di mangiare”. Nel caso specifico tuttavia, l'uso
di terra cruda con una tecnica umida, quindi con poco spreco di
preziosissima acqua, è risultata anche economicamente più adatto al
contesto.
Paolo Robazza, altro
rappresentante italiano, ha presentato al pubblico greco la sua
esperienza di EVA, l'ecovillaggio autocostruito realizzato a
Pescomaggiore in seguito al sisma de L'Aquila del 2009. Il progetto
(già illustrato in questo blog) comprende la realizzazione di 5
piccole case in balle di paglia per gli abitanti del borgo. Negli
anni più recenti, BAG officina mobile, lo studio coordinato da
Paolo, ha realizzato innumerevoli istallazioni sperimentali, molte
delle quali per eventi culturali temporanei o spazi di cultura
permanenti. Le sue proposte hanno sempre la capacità di trasformare
completamente usi e percezione degli spazi pur usando materiali molto
semplici ed economici. Un approccio simile ha portato anche al
re-design di Piazza Gasparotto a Padova, un brano urbano che negli
ultimi anni è spesso stato visto come punto di degrado urbano. Un
installazione in legno è stato pretesto per una riqualificazione dal
basso che ha visto coinvolto architetti, volontari, istituzioni,
avventori della piazza.
L'ingegnere atenese
Eleuteria Tsakanika, docente presso la NTU di Atene (GR) ha
contribuito con un interessante relazione sull'uso del legno come
rinforzo strutturale nelle case in terra tradizionali della Grecia
continentale. La Grecia, come altre nazioni mediterranee, ha un
importante patrimonio di case in terra per lo più sconosciuto perché
gli attuali abitanti non sono a conoscenza di cosa sia celato sotto
agli intonaci delle case tradizionali. Per ovviare al rischio
sismico, cui anche la Grecia è purtroppo sottoposto, si sono
consolidate nel tempo alcune soluzioni di cerchiatura strutturale
fatta con ricorsi in legno duro annegati nello spessore della parete.
Eleuteria ha spiegato i principi tecnici e mostrato una serie di casi
studi.
Il contributo di Hugo
Perreira, architetto cileno, era diviso in due parti tematiche. In un
primo blocco tematico ha presentato le attività della rete
Pro-Terra, la rete ibero-americana sull'architettura e la costruzione
in terra cruda. Questa organizzazione internazionale promuove l'uso
del materiale mediante l'offerta di occasioni formative, la
pubblicazione di letteratura di settore e la partecipazione alla
stesura di normative nazionali per i paesi membri.
Nel campo della
formazione la rete, forte della sua esperienza quasi ventennale, ha
il merito di aver strutturato con estremo dettaglio i modi di erogare
formazione e le declinazioni previste in base all'audience di
riferimento.
Nella seconda parte,
Hugo ha presentato alcuni progetti di edifici in terra cruda,
soprattutto in blocchi compressi e pisé, di cui è stato
responsabile negli anni passati. Per ovvie ragioni di provenienza,
Hugo si è soffermato in particolare su una serie di soluzioni di
dettaglio sviluppate con particolare attenzione al rischio sismico
che in Cile è argomento molto sensibile.
Sjap Holst, architetto
olandese e docente presso l'Universita Tecnica di Delft (NL),
presenta il suo recente progetto per un centro yoga nella località
di Sterksel vicino Eindhoven, un'addizione ad un impianto sportivo
ricreativo esistente immerso in un'area verde.
L'edificio ha una
fondazione in cemento cellulare, 60% più leggero rispetto ad un
calcestruzzo convenzionale, ed è coperto con un tetto verde. Per le
pareti Sjap ha optato per un sistema chiamato Strawblock System
(SBS), una modalità costruttiva che unisce in elementi prefabbricati
una gabbia strutturale in legno con un riempimento di paglia
compressa. I pannelli hanno una sezione orizzontale di 70x40cm per
un'altezza totale di circa 370cm. Il singolo elemento pesa tra
100-140kg; può quindi essere eretto da una piccola squadra di operai
con mezzi semplici quali corde e mani nude. Nel progetto di Sjap la
parete ha un andamento curvilineo. I pannelli assorbono già in fase
di prefabbricazione tutte le irregolarità geometriche derivanti da
questa scelta.
L'edificio è rivestito
esternamente con un dogato di legno di accoya mentre all'interno, su
specifica richiesta della committenza, è stato applicato un intonaco
in terra cruda estremamente bianco. Nello strato d'intonaco è
integrato un sistema di riscaldamento a parete a bassa temperatura
annegato direttamente nello spessore della finitura. Lo stesso
sistema può essere usato anche per raffrescare l'ambiente nei mesi
estivi.
pareti in paglia compressa per il centro yoga di Sterksel, Sjap Holst, 2018 |
Theodora Kyriani e
Fotini Lymperiadou, le titolari dello studio EuZen Architecture
con sede a Thessaloniki, hanno presentato l'articolato progetto per
una scuola bioclimatica ad Heraklion con cui si sono aggiudicate il
primo premio in un recente concorso internazionale. Le due
progettiste, formatesi tra Germania ed Inghilterra, illustrano come
nei vari settori dell'edificio intendono migliorare il comfort
interno mediante alcuni provvedimenti provenienti dalla tradizione
costruttiva locale. Il progetto ha un linguaggio contemporaneo ed
include murature in pietra a secco, pareti in blocchi compressi di
terra cruda, torri del vento e una notevole attenzione nella
progettazione di facciate in legno e vetro. La proposta si
caratterizza per una consapevolezza nell'uso proprio delle soluzioni
più innovative, tutte rigorosamente supportate da test di
laboratorio svolti in collaborazione con l'Università di
Tessalonica.
progetto vincitore del concorso per una scuola bioclimatica ad Heraklion, Creta, euZen architecture 2017 |
Maria Mandalaki e
Alexandros Vazakas sono entrambi docenti dell'Università Tecnica di
Creta. Maria ha incentrato la sua didattica sui temi
dell'architettura bioclimatica avvicinando gli studenti ai principi
di una progettazione energeticamente consapevole mentre Alexandros
conduce un corso di progettazione parametrica. Entrambi, da diversi
anni, si stanno interrogando su come avvicinare i loro studenti
all'esperienza pratica. Hanno trovato una risposta nella
collaborazione con Piliko che tramite i suoi operatori organizza
workshop ed altre attività pratiche per gli studenti universitari.
Nei corsi di tecnologia le esperienza pratiche aiutano a consolidare
ed ampliare i contenuti didattici più teorici. Nel corsi di
progettazione parametrica, l'uso della terra cruda come materiale da
costruzione ha costituito una sfida con interessanti prospettive per
esplorare il binomio di fabbricazione digitale e materiali naturali.
attività didattica "hands on" a cura dell'Associazione Piliko presso l'Università Tecnica di Creta |
La sessione di domenica
mattina è stata aperta da Lucìa Esperanza Garzón, bioarchitetto
colombiana che espone alcune esperienze svolte nel suo paese sia nel
campo dell'architettura in terra che del bambù. Lucìa, negli ultimi
anni ha focalizzato il suo interesse sul tema delle coperture
leggere. Insieme ad alcuni progetti in cui ha esplorato volte e
cupole in mattoni, ha ampliato le soluzioni formali basate sullo
schema della Domocaña sviluppato in Perù da Raquel Barrionuevo (e
usato anche da AK0 in più di un'occasione). La presenza di bambù
della specie Guadua in Colombia permette di realizzare forme più
articolate e dimensioni molto maggiori rispetto alla soluzione
peruviana, realizzata con canna comune. In alcuni progetti le
coperture sono realizzate con la tecnica della volta messicana in
mattoni cotti. I progetti in cui Lucìa applica le sue ricerche
includono progetti residenziali, edifici per il turismo ed edifici
pubblici.
Villa de Leyva, Colombia, L. Esperanca Garzon et. al., 1991 |
L'architetto Rosario
Etchebarne ha presentato alcune esperienze uruguayane raccolte sotto
il titolo di Prototipi per la produzione di Habitat sociale.
Negli ultimi dieci anni il suo studio Tierra al Sur ha
realizzato circa 70 case con diverse tecniche costruttive, molte
delle quali con forme organiche che assecondano il materiale
impiegato. Molti dei cantieri realizzati sono anche occasione di
formazione in cui volontari interessati possono apprendere come
mettere in opera pareti in cob o come si realizza la tecnica della
fajina, variazione locale della quincha.
A completamento della
sessione sud-americana l'architetto cileno (ormai stabilmente sabino) Renato Vivaldi Tesser
ha presentato la tradizione dell'architettura in legno dell'arcipelao
di Chiloé che è la base per un suo recente progetto. La chiesa
voluta da un facoltoso cliente privato nella località di Voduahua
(CL) e progettata in collaborazione con Edward Rojas, è realizzata
interamente in legno senza usare alcun chiodo metallico. L'edificio
oltre che per le funzioni, è aperto al pubblico e percorribile anche
in elevazione per poter apprezzare da vicino tutti gli incastri
sagomati che i carpentieri locali hanno saputo assemblare.
casa in terra cruda, Rosario Etchebarne |
il progetto per una chiesa in legno senza chiodi in una mostra sull'architettura dell'arcipelago di Chiloé, E.Rojas e R.Vivaldi, 2017 |
Conclude la mattinata
il collettivo catalano Voltes, una cooperativa di 12 giovani
architetti con sede a Barcellona. Parallelamente ad attività
formative-sperimentali, svolte spesso in collaborazione con
l'Università tecnica di Barcellona, il gruppo sviluppa proposte per
allestimenti temporanei, spazi temporanei e progetti similari. Al
contempo sta lavorando su una guida tecnica per l'uso della canna di
fiume (Arundo donax) in architettura di cui si prevede la
pubblicazione in autunno prossimo.
Il team ha concluso la
presentazione mostrando alcuni progetti recenti fatti in Spagna nel
ruolo di progettisti ma, in parte anche, come esecutori. I lavori
comprendo opere complementari per altri progettisti e sistemi di
copertura realizzati canne di fiume.
I giovani colleghi
catalani hanno il merito di aver esteso la discussione oltre l'uso
dei materiali naturali in architettura. Basandosi su un'idea di
architettura che debba essere anche socialmente sostenibile, hanno
mostrato un esperienza di progettazione urbana dal basso in cui sono
stati coinvolti sia come progettisti sia come abitanti del quartiere.
cupola del ristorante Mas Marroch, schermature in canna a cura di Voltes Arquitectura, Girona (ES) 2016 |
Varvara Valtchanova ha
fornito un approfondito resoconto sul tema degli intonaci in terra e
calce, tema su cui in passato ha coordinato il progetto europeo
“Earth plasters” e sta pubblicando un libro. Varvara ha acquisito
competenze in materia come intonacatrice per una ditta di costruzione
francese durante i suoi studi presso il centro CRAterre di Grenoble.
Negli ultimi 15 anni Varvara si è dedicata soprattutto al restauro
di case rurali nelle zone montane della Bulgaria da cui proviene. In
quelle zone è riuscita a far conoscere l'architettura in terra cruda
pur non potendo contare su una tradizione pregressa.
Kostas Michalakis ha
presentato un ragionamento complessivo sull'architettura in terra
cruda in Grecia. La sua approfondita analisi del patrimonio nazionale
può, secondo la sua interpretazione, essere letto come linea guida
per un'architettura contemporanea consapevole ed in armonia con il
contesto.
Il ragionamento passa
ovviamente anche dal restauro del patrimonio, tema di cui ha parlato
Thodoris Marinis, ingegnere laureato all'Università di Heraklion. La
sua esperienza di restauro applicata a due casi studio illustrare
alcune accortezze tecniche che lui ha sviluppato con l'aiuto del suo
team per intervenire sul patrimonio esistente di case in terra. Le
due opere si trovano nelle località di Trikala e Megalopoli (GR).
Tra i provedimenti trattati ha parlato di reinforzi antisismici con
cerchiature in legno e rinforzi con geomaglia come studiati in Perù.
Altre indagini sono state fatte sull'efficiacia di stabilizzanti
differenti per rinforzare le malte in terra.
Southern Architects è
lo studio fondato 4 anni fa da Apostolos Mousourakis e Zeta
Chrysafaki ed ha un particolare focus sull'architettura ecologica.
Nel 2011 hanno realizzato il primo edificio in balle di paglia
sull'isola di Creta, la European Sustainability Academy. Seguono
progetti in terrapaglia (2013) e calcecanapa (non realizzato). Nella
loro conferenza hanno reso partecipe il pubblico di tutte sfide
logistiche legate alla realizzazione con materiali meno convenzionali
in un economia insulare e delle numerosi implicazioni derivanti da un
quadro sostanzialmente non pronto per questo genere di esperienze. Fa
piacere vedere che, nonostante le evidenti difficoltà, i due
progettisti riescano a trovare committenti complici pronti a
scommettere insieme su un architettura mediterranea più ecologica.
Dopo due giorni di
conferenze, dibattiti, scambi informali e confronti transnazionali,
l'associazione Piliko ha invitato i suoi ospiti in un'escursione
nell'entroterra dell'isola. Lì è stato possibile ammirare le
costruzioni vernacolari in pietra a pianta circolare ed apprezzarne
le differenze costruttive con simili architetture di altre regioni
come ad esempio i trulli pugliesi. Dopo una suggestiva visita alla
cava di Zeus, dove si narra che il piccolo dio crebbe nascosto da
Kronos, la giornata si è conclusa con un bel pranzo sulla terrazza di
una piccola cappella di pellegrinaggio immersa nelle montagne di
Creta.
foto di gruppo davanti alla Cava di Zeus |