Materiali naturali per tutti _ un convegno a Fermo
Ritorno al futuro - abitare, costruire rigenerare con e secondo natura, questo il titolo della conferenza
tematica, ha permesso di avvicinare ulteriormente il pubblico
marchigiano ai temi del costruire sano in Italia. Il confronto tra
relatori di diversa provenienza ha fatto emergere un quadro in cui,
sebbene l'Italia sconti ancora qualche ritardo rispetto ad altri
paesi, si stanno delineando con sempre maggiore chiarezza le
possibilità per chi vuole realizzare architetture a impatto
ambientale bassissimo ma ad impatto sociale elevato.
Cantiere di autocostruzione con tecnica Greb, in legno e balle di paglia, archOfficina (Sara Campanelli e Isabella Cocci), 2014 |
Uno dei temi centrali discussi
riguardava non a caso le possibilità, tecniche e normative, di
realizzare case di abitazione o piccoli manufatti pubblici in
auto-costruzione.
Su questo tema hanno mostrato alcuni
esempi incoraggianti realizzati in legno e paglia le colleghe di
archOfficina, Isabella Cocci e Sara Campanelli, che hanno anche avuto
il merito di coordinare l'iniziativa.
La responsabilità scientifica ed il
ruolo di moderatrice erano affidati a Maria Federica Ottone, docente di
progettazione ambientale e Vicedirettrice della Scuola di Architettura e Designdell'Università di Camerino.
Nello stessa Scuola insegna anche CarloSantulli, ingegnere chimico e docente di design dei materiali. Nel
suo intervento "utilizzo dei materiali edili naturali in
architettura e design" ha illustrato alcune fibre naturali che
appartengono alla nostra tradizione produttiva e che possono
riconquistare ruoli importanti nel mondo dell'edilizia. Il
ragionamento, accompagnato da una profonda riflessione economica,
sottolineava di fatto che il successo dei materiali ecologici nel
mercato edile è legato direttamente alla loro capacità di inserirsi
in una filiera complessiva completa ed articolata. Santulli spiegava
ad esempio come sia conveniente usare fibre di Cocco in certe regioni
del mondo in quanto le stesse, nella filiera produttiva complessiva,
sono prodotto di scarto della produzione alimentare. È in quel
settore che si produce il valore aggiunto maggiore. Insieme al
settore alimentare è quello tessile che sembra avere le maggiori
prospettive di sinergia con il mondo delle costruzioni. Basti pensare
alle ricerche in corso da alcuni anni per sostituire vetro e kevlar
nei materiali compositi con prodotti agricoli quali fibra di canapa,
di bambù o di ginestra.
Esempi di bioplastiche prodotte a partire da scarti alimentari. |
Successo o fallimento di queste filiere
articolate, secondo Santulli, sono fortemente dipendenti dai
risultati qualitativi, anche e non ultimo sul piano estetico, che le
stesse riescono a mettere in campo.
Le fibre di canapa (ri-)prenderanno
piede quando si riuscirà a produrre il raso di canapa, liscio e
gradevole al tatto come un tessuto di seta.
Pur non dimenticando le difficoltà
tecniche che derivano dalla variabilità di prestazione intrinseche
dei materiali naturali, Santulli intravede nell'uso diffuso degli stessi una prospettiva economica importante, non solo per
il nostro paese.
La sua affermazione sembra trovar
conferma nel contributo di Mariaelena Alessandrino, amministratrice
di Edilcanapa, azienda abruzzese di Mosciano S. Angelo che da alcuni
anni propone sul mercato prodotti edili a base di canapa sativa. In
particolare si presta all'uso in edilizia il canapulo, la parte
legnosa e più corposa della pianta. Trovano impiego però anche
fibre e semi.
La gamma di prodotti offerti include
blocchi murari per tamponature, additivi isolanti per intonaci e
premiscelati per massetti.
Blocchi in canapa compressa e premiscelato di canapa per intonaco. |
costruire con materiali naturali nell'ambito di un'attività formativa a cura di AK0 |
Il materiale terra nel mondo delle
costruzioni è stato il tema del contributo di AK0 al convegno
fermano. Il presidente dell'associazione, Stefan Pollak ha esposto
una panoramica sulle principali tecniche costruttive mostrando esempi
contemporanei dal mondo ed illustrando alcune esperienze recenti del
gruppo. Per ovvi motivi di attualità, il contributo è stato
arricchito da un resoconto sull'esperienza peruviana di costruzioni
in terra cruda in zona sismica.
Il know-how peruviano sul costruire in terra cruda in zona sismica. |
Sul tema più specifico
dell'Autocostruzione è stato illuminante il contributo di Laura
Pommella di A.R.I.A. familiare, l'Associazione Rete Italiana per
l'Autocostruzione familiare.
L'associazione presieduta da Pommella si
è costituita quattro anni fa in Toscana con l'obiettivo di colmare
un vuoto legislativo, permettendo a committenti privati, giovani
famiglie in primis, a realizzare la propria casa in prima persona o
con l'aiuto di volontari.
Foto di gruppo di un team di autocostruttori formati e coordinati da A.R.I.A. familiare. |
A differenza di altri paesi in cui
l'autocostruzione è disciplinata, l'Italia fino a poco tempo fa
ammetteva solo due possibilità, entrambe rivelatesi restrittive e
scarsamente applicabili, per gestire in piena legalità un cantiere
con forte presenza di non addetti ai lavori. Nei casi di manutenzione
ordinaria o straordinaria è da sempre ammessa la gestione del
cantiere in “economia diretta”, a patto che le lavorazioni
previste siano classificabili come lavorazioni semplici. In sostanza
è concesso al committente ed ai suoi famigliari più stretti di
sostituirsi all'impresa costruttrice.
Volendo coinvolgere nell'attività di
cantiere figure esterne alla famiglia del committente, l'unica
possibilità concessa sinora era la costituzione di una cooperativa
edilizia a cui far aderire tutti gli operatori. Questa possibilità,
di cui negli anni molti committenti hanno fatto uso per interventi
che prevedevano la realizzazione di nuclei residenziali
plurifamiliari, può facilmente comportare ostacoli burocratici
insormontabili se replicata alla scala dell'autocostruzione familiare
a scala circoscritta.
Gli operatori di A.R.I.A. hanno trovato
la chiave per scogliere il dilemma all'interno della normativa sulla
sicurezza, il famoso D.Lgs. 81/2008, normativa peraltro pienamente
assorbita ed adattata nel regolamento dell'associazione. All'Art.
12bis, il Decreto cita la figura del volontario di associazione e lo
equipara per quanto concerne le questioni di sicurezza del lavoro ad
un lavoratore autonomo. Essendo il cantiere a pieno titolo un luogo
di lavoro, associare i volontari di un determinato cantiere ad
un'organizzazione in grado di garantire un'adeguata copertura
assicurativa e formazione può costituire il primo ed importante
passo per far accedere anche persone non esperte e non appartenenti
al nucleo famigliare del committente a collaborare alla realizzazione
dell'opera. A.R.I.A. su queste tematiche offre consulenze in tutta
Italia.
Ad integrazione di quanto esposto da
Laura Pommella, Sauro Pari ha offerto la visione del committente.
Pari è ex sindacalista e presidente di una onlus ambientalista che
attualmente sta realizzando per se e la sua famiglia una casa in
legno e balle di paglia di circa 200mq a Rimini. La realizzazione, in
corso da settembre scorso, vede la partecipazione di numerosi
volontari, in gran parte motivati dall'opportunità di apprendere una
tecnica costruttiva sostenibile e di condividere con altri un
esperienza costruttiva in tutti i sensi. Il cantiere di Pari è stato
condiviso con A.R.I.A. che per l'occasione ha fondato una sezione
locale A.R.I.A. Rimini cui hanno aderito tutti gli operatori, che da
A.R.I.A. hanno ricevuto una formazione di base per poter operare con
perizia ed in sicurezza nel cantiere.
Il centro di Arquata del Tronto colpito dal sisma del 31 ottobre 2016. |
Ha concluso la serie di interventi
Valeriano Vallesi, Presidente dell'Ordine degli Architetti PPC di
Ascoli Piceno e Provincia. Oltre a fornire una toccante lettura di
alcuni aspetti legati agli ultimi eventi sismici nelle zone del
centro Italia, Vallesi ha presentato un'iniziativa messa in campo con
i suoi colleghi, presidenti degli Ordini degli Architetti,
Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori delle altre Provincie
interessate dal terremoto.
Gli Ordini
delle Province di Ascoli Piceno, Fermo, L’Aquila, Macerata,
Perugia, Rieti, Teramo e Terni si sono infatti costituiti formalmente
in un coordinamento che prende il nome di Architetti in azione “Fermirestando in Epicentro”.
Il coordinamento intende fornire in
maniera concertata tutti quei servizi di valutazione, rilievo dei
danni ed elaborazione di progetti specifici per i territori colpiti.
L'obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare ad una metodologia
d'intervento condiviso e trasparente per la ricostruzione.
Al contempo è stato avviato un
confronto con alcuni dei comuni interessati per individuare aree
contigue alle zone colpite su cui realizzare manufatti ad uso
abitativo che possano fungere da modello per alcuni degli aspetti
della ricostruzione. Tra le proposte al vaglio delle commissioni vi è
anche quella di realizzare in autocostruzione con il coinvolgimento
degli abitanti e di volontari esterni moduli abitativi in legno e
balle di paglia.
Nel complesso emerge un quadro
incoraggiante. Qualcosa si sta muovendo nel settore dei materiali
naturali; non ultima l'attenzione del pubblico che sta iniziando a
prendere sul serio proposte che fino a pochi anni fa sembravano
relegati in nicchie impercettibili. Ora sta di nuovo a noi
professionisti fornire risposte adeguate per far crescere
ulteriormente questo settore importante.
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