Materiali naturali per tutti _ un convegno a Fermo



​Lo scorso 13 novembre siamo stati invitati a partecipare ad un interessante convegno nell'ambito della fiera edile Riabita che si è svolta al Fermo Forum Marche.
Ritorno al futuro - abitare, costruire rigenerare con e secondo natura, questo il titolo della conferenza tematica, ha permesso di avvicinare ulteriormente il pubblico marchigiano ai temi del costruire sano in Italia. Il confronto tra relatori di diversa provenienza ha fatto emergere un quadro in cui, sebbene l'Italia sconti ancora qualche ritardo rispetto ad altri paesi, si stanno delineando con sempre maggiore chiarezza le possibilità per chi vuole realizzare architetture a impatto ambientale bassissimo ma ad impatto sociale elevato.

Cantiere di autocostruzione con tecnica Greb, in legno e balle di paglia, archOfficina (Sara Campanelli e Isabella Cocci), 2014
Uno dei temi centrali discussi riguardava non a caso le possibilità, tecniche e normative, di realizzare case di abitazione o piccoli manufatti pubblici in auto-costruzione.
Su questo tema hanno mostrato alcuni esempi incoraggianti realizzati in legno e paglia le colleghe di archOfficina, Isabella Cocci e Sara Campanelli, che hanno anche avuto il merito di coordinare l'iniziativa.

La responsabilità scientifica ed il ruolo di moderatrice erano affidati a Maria Federica Ottone, docente di progettazione ambientale e Vicedirettrice della Scuola di Architettura e Designdell'Università di Camerino.

Nello stessa Scuola insegna anche CarloSantulli, ingegnere chimico e docente di design dei materiali. Nel suo intervento "utilizzo dei materiali edili naturali in architettura e design" ha illustrato alcune fibre naturali che appartengono alla nostra tradizione produttiva e che possono riconquistare ruoli importanti nel mondo dell'edilizia. Il ragionamento, accompagnato da una profonda riflessione economica, sottolineava di fatto che il successo dei materiali ecologici nel mercato edile è legato direttamente alla loro capacità di inserirsi in una filiera complessiva completa ed articolata. Santulli spiegava ad esempio come sia conveniente usare fibre di Cocco in certe regioni del mondo in quanto le stesse, nella filiera produttiva complessiva, sono prodotto di scarto della produzione alimentare. È in quel settore che si produce il valore aggiunto maggiore. Insieme al settore alimentare è quello tessile che sembra avere le maggiori prospettive di sinergia con il mondo delle costruzioni. Basti pensare alle ricerche in corso da alcuni anni per sostituire vetro e kevlar nei materiali compositi con prodotti agricoli quali fibra di canapa, di bambù o di ginestra.
Esempi di bioplastiche prodotte a partire da scarti alimentari.
Successo o fallimento di queste filiere articolate, secondo Santulli, sono fortemente dipendenti dai risultati qualitativi, anche e non ultimo sul piano estetico, che le stesse riescono a mettere in campo.
Le fibre di canapa (ri-)prenderanno piede quando si riuscirà a produrre il raso di canapa, liscio e gradevole al tatto come un tessuto di seta.
Pur non dimenticando le difficoltà tecniche che derivano dalla variabilità di prestazione intrinseche dei materiali naturali, Santulli intravede nell'uso diffuso degli stessi una prospettiva economica importante, non solo per il nostro paese.

La sua affermazione sembra trovar conferma nel contributo di Mariaelena Alessandrino, amministratrice di Edilcanapa, azienda abruzzese di Mosciano S. Angelo che da alcuni anni propone sul mercato prodotti edili a base di canapa sativa. In particolare si presta all'uso in edilizia il canapulo, la parte legnosa e più corposa della pianta. Trovano impiego però anche fibre e semi.
La gamma di prodotti offerti include blocchi murari per tamponature, additivi isolanti per intonaci e premiscelati per massetti.
Blocchi in canapa compressa e premiscelato di canapa per intonaco.

costruire con materiali naturali nell'ambito di un'attività formativa a cura di AK0
Il materiale terra nel mondo delle costruzioni è stato il tema del contributo di AK0 al convegno fermano. Il presidente dell'associazione, Stefan Pollak ha esposto una panoramica sulle principali tecniche costruttive mostrando esempi contemporanei dal mondo ed illustrando alcune esperienze recenti del gruppo. Per ovvi motivi di attualità, il contributo è stato arricchito da un resoconto sull'esperienza peruviana di costruzioni in terra cruda in zona sismica. 
Il know-how peruviano sul costruire in terra cruda in zona sismica.
Sul tema più specifico dell'Autocostruzione è stato illuminante il contributo di Laura Pommella di A.R.I.A. familiare, l'Associazione Rete Italiana per l'Autocostruzione familiare. 
L'associazione presieduta da Pommella si è costituita quattro anni fa in Toscana con l'obiettivo di colmare un vuoto legislativo, permettendo a committenti privati, giovani famiglie in primis, a realizzare la propria casa in prima persona o con l'aiuto di volontari. 

Foto di gruppo di un team di autocostruttori formati e coordinati da A.R.I.A. familiare.
A differenza di altri paesi in cui l'autocostruzione è disciplinata, l'Italia fino a poco tempo fa ammetteva solo due possibilità, entrambe rivelatesi restrittive e scarsamente applicabili, per gestire in piena legalità un cantiere con forte presenza di non addetti ai lavori. Nei casi di manutenzione ordinaria o straordinaria è da sempre ammessa la gestione del cantiere in “economia diretta”, a patto che le lavorazioni previste siano classificabili come lavorazioni semplici. In sostanza è concesso al committente ed ai suoi famigliari più stretti di sostituirsi all'impresa costruttrice.

Volendo coinvolgere nell'attività di cantiere figure esterne alla famiglia del committente, l'unica possibilità concessa sinora era la costituzione di una cooperativa edilizia a cui far aderire tutti gli operatori. Questa possibilità, di cui negli anni molti committenti hanno fatto uso per interventi che prevedevano la realizzazione di nuclei residenziali plurifamiliari, può facilmente comportare ostacoli burocratici insormontabili se replicata alla scala dell'autocostruzione familiare a scala circoscritta.

Gli operatori di A.R.I.A. hanno trovato la chiave per scogliere il dilemma all'interno della normativa sulla sicurezza, il famoso D.Lgs. 81/2008, normativa peraltro pienamente assorbita ed adattata nel regolamento dell'associazione. All'Art. 12bis, il Decreto cita la figura del volontario di associazione e lo equipara per quanto concerne le questioni di sicurezza del lavoro ad un lavoratore autonomo. Essendo il cantiere a pieno titolo un luogo di lavoro, associare i volontari di un determinato cantiere ad un'organizzazione in grado di garantire un'adeguata copertura assicurativa e formazione può costituire il primo ed importante passo per far accedere anche persone non esperte e non appartenenti al nucleo famigliare del committente a collaborare alla realizzazione dell'opera. A.R.I.A. su queste tematiche offre consulenze in tutta Italia.

Ad integrazione di quanto esposto da Laura Pommella, Sauro Pari ha offerto la visione del committente. Pari è ex sindacalista e presidente di una onlus ambientalista che attualmente sta realizzando per se e la sua famiglia una casa in legno e balle di paglia di circa 200mq a Rimini. La realizzazione, in corso da settembre scorso, vede la partecipazione di numerosi volontari, in gran parte motivati dall'opportunità di apprendere una tecnica costruttiva sostenibile e di condividere con altri un esperienza costruttiva in tutti i sensi. Il cantiere di Pari è stato condiviso con A.R.I.A. che per l'occasione ha fondato una sezione locale A.R.I.A. Rimini cui hanno aderito tutti gli operatori, che da A.R.I.A. hanno ricevuto una formazione di base per poter operare con perizia ed in sicurezza nel cantiere.

Il centro di Arquata del Tronto colpito dal sisma del 31 ottobre 2016.
Ha concluso la serie di interventi Valeriano Vallesi, Presidente dell'Ordine degli Architetti PPC di Ascoli Piceno e Provincia. Oltre a fornire una toccante lettura di alcuni aspetti legati agli ultimi eventi sismici nelle zone del centro Italia, Vallesi ha presentato un'iniziativa messa in campo con i suoi colleghi, presidenti degli Ordini degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori delle altre Provincie interessate dal terremoto.
Gli Ordini delle Province di Ascoli Piceno, Fermo, L’Aquila, Macerata, Perugia, Rieti, Teramo e Terni si sono infatti costituiti formalmente in un coordinamento che prende il nome di Architetti in azione “Fermirestando in Epicentro”.

Il coordinamento intende fornire in maniera concertata tutti quei servizi di valutazione, rilievo dei danni ed elaborazione di progetti specifici per i territori colpiti. L'obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare ad una metodologia d'intervento condiviso e trasparente per la ricostruzione.
Al contempo è stato avviato un confronto con alcuni dei comuni interessati per individuare aree contigue alle zone colpite su cui realizzare manufatti ad uso abitativo che possano fungere da modello per alcuni degli aspetti della ricostruzione. Tra le proposte al vaglio delle commissioni vi è anche quella di realizzare in autocostruzione con il coinvolgimento degli abitanti e di volontari esterni moduli abitativi in legno e balle di paglia.

Nel complesso emerge un quadro incoraggiante. Qualcosa si sta muovendo nel settore dei materiali naturali; non ultima l'attenzione del pubblico che sta iniziando a prendere sul serio proposte che fino a pochi anni fa sembravano relegati in nicchie impercettibili. Ora sta di nuovo a noi professionisti fornire risposte adeguate per far crescere ulteriormente questo settore importante.

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Architettura in terra al convegno Ritorno al Futuro