SISTEMI DI INVOLUCRO A BASSO IMPATTO_ workshop didattico sperimentale low tech architecture
foto di Viviana Gori |
L'obiettivo
è di fare in modo che i partecipanti, prendano dimestichezza con
tecniche costruttive semplici applicate con materiali naturali,
cimentandosi in un'esperienza diretta di cantiere, che li veda
coinvolti dalle sue fasi progettuali, alla messa in opera.
La
settimana di workshop, è inoltre un'occasione per sperimentarsi
nell'autocostruzione, dove il mettersi in
gioco e riuscire a coordinarsi nella gestione di un lavoro
collettivo, sono parti fondamentali della disciplina.
Ogni
anno, l'oggetto del workshop, consiste nella realizzazione di un
manufatto architettonico, utilizzando materiali locali come la terra
cruda, aste vegetali, legno, sperimentando tecniche improntate alla
sostenibilità, con il fine di valutare le strategie di risparmio
energetico più adatte al contesto climatico di riferimento.
Il
primo e secondo anno di collaborazione con Master Housing, hanno
visto la realizzazione di involucri edilizi conclusi come shellter a
Roccamontepiano, dove si utilizzarono doppi pannelli di quincha
assemblati tra loro per costruire il prototipo di un'abitazione, e
Progetto C.A.S.A. a Sibari, prototipo in pisé e legno, per un
edificio scolastico realizzato l'anno successivo in Guatemala.
Sempre
a Sibari, sta nascendo presso la masseria del Minerva
Club Resort, uno spazio
didattico multifunzionale. Le tecniche di autocostruzione con
materiali naturali sono parte centrale dei contenuti da divulgare.
Allestire lo spazio – un capannone rurale a struttura metallica –
con elementi architettonici in terra cruda, balle di paglia e legno è
stato il compito che si è dato il gruppo di lavoro di quest'anno.
foto di Viviana Gori |
Il
valore della paglia come materiale da costruzione è stato provato
con la messa in opera di una piccola parete fatta di balle di paglia
autoportanti. Si tratta dell'applicazione di una tecnica costruttiva
sviluppata negli Stati Uniti alla fine dell'800 e oggi rivalutata per
via dell'ottimo comportamento termico ed acustico.
Altre
lavorazioni sono state applicate alla realizzazione di elementi bassi
quali sedute o muretti di separazione. In particolare sono state
testate le tecniche del massone (o cob) e del tapial (o pisé).
Su
quest'ultima tecnica, consistente nel costipamento di terra umida
all'interno di un apposito cassero è stato possibile produrre
elementi prefabbricati a piè d'opera.
foto di Viviana Gori |
Non
disponendo di mezzi per il dislocamento degli elementi la dimensione
è stata necessariamente limitata; ciononostante l'esercizio ha messo
in luce il potenziale di questa tecnica già utilizzata in altre
nazioni per realizzare accattivanti opere di architettura
contemporanea.
foto di Viviana Gori |
La
messa in opera manuale di murature in pisé ha fornito l'occasione
per riflettere su alcune soluzioni di dettaglio come i ricorsi
rompigoccia in materiale lapideo introdotti per ridurre il fenomeno
dell'erosione sulle pareti esposte alle intemperie.
foto di Viviana Gori |
A
complemento dei diversi sistemi di facciata è stata realizzata la
struttura di una cupola in canne di fiume secondo il principio del
domocaña, tecnica sviluppata
in Perù e già sperimentata da AK0 in altre occasioni. La cupola di
Sibari è stata realizzata su un telaio in ferro di 4,00 x 4,00 m.
I
manufatti e prototipi realizzati durante questa esperienza, sono
stati accompagnati da pannelli esplicativi che illustrano le tecniche
impiegate con il fine di allestire un percorso-mostra che guidi lo
spettatore all'interno della ricerca intrapresa in questa settimana
di collaborazione.
foto di Viviana Gori |