SISTEMI DI INVOLUCRO A BASSO IMPATTO_ workshop didattico sperimentale low tech architecture

foto di Viviana Gori
Per il terzo anno consecutivo, AK0 in collaborazione con Mezzosangue lab, organizza il modulo “low tech architecture” all'interno del Master Housing – nuovi modi di abitare – dell'Università di Roma Tre.
L'obiettivo è di fare in modo che i partecipanti, prendano dimestichezza con tecniche costruttive semplici applicate con materiali naturali, cimentandosi in un'esperienza diretta di cantiere, che li veda coinvolti dalle sue fasi progettuali, alla messa in opera.
La settimana di workshop, è inoltre un'occasione per sperimentarsi nell'autocostruzione, dove il mettersi in gioco e riuscire a coordinarsi nella gestione di un lavoro collettivo, sono parti fondamentali della disciplina.

foto di Viviana Gori
Ogni anno, l'oggetto del workshop, consiste nella realizzazione di un manufatto architettonico, utilizzando materiali locali come la terra cruda, aste vegetali, legno, sperimentando tecniche improntate alla sostenibilità, con il fine di valutare le strategie di risparmio energetico più adatte al contesto climatico di riferimento.
Il primo e secondo anno di collaborazione con Master Housing, hanno visto la realizzazione di involucri edilizi conclusi come shellter a Roccamontepiano, dove si utilizzarono doppi pannelli di quincha assemblati tra loro per costruire il prototipo di un'abitazione, e Progetto C.A.S.A. a Sibari, prototipo in pisé e legno, per un edificio scolastico realizzato l'anno successivo in Guatemala.

Sempre a Sibari, sta nascendo presso la masseria del Minerva Club Resort, uno spazio didattico multifunzionale. Le tecniche di autocostruzione con materiali naturali sono parte centrale dei contenuti da divulgare. Allestire lo spazio – un capannone rurale a struttura metallica – con elementi architettonici in terra cruda, balle di paglia e legno è stato il compito che si è dato il gruppo di lavoro di quest'anno.
 
Sono state realizzate alcune pareti leggere, ad esempio con pannelli di quincha, fatti di legno e canne di fiume. Alcuni di essi sono serviti da portaintonaco per provare la stesura di intonaci in terra cruda autoprodotti. Una parete è stata realizzata in legno con la tecnica del balloon frame e coibentata con terra-paglia posizionata all'interno del pacchetto di facciata.

foto di Viviana Gori

Il valore della paglia come materiale da costruzione è stato provato con la messa in opera di una piccola parete fatta di balle di paglia autoportanti. Si tratta dell'applicazione di una tecnica costruttiva sviluppata negli Stati Uniti alla fine dell'800 e oggi rivalutata per via dell'ottimo comportamento termico ed acustico.

Altre lavorazioni sono state applicate alla realizzazione di elementi bassi quali sedute o muretti di separazione. In particolare sono state testate le tecniche del massone (o cob) e del tapial (o pisé).
Su quest'ultima tecnica, consistente nel costipamento di terra umida all'interno di un apposito cassero è stato possibile produrre elementi prefabbricati a piè d'opera.

foto di Viviana Gori
Non disponendo di mezzi per il dislocamento degli elementi la dimensione è stata necessariamente limitata; ciononostante l'esercizio ha messo in luce il potenziale di questa tecnica già utilizzata in altre nazioni per realizzare accattivanti opere di architettura contemporanea.

foto di Viviana Gori
La messa in opera manuale di murature in pisé ha fornito l'occasione per riflettere su alcune soluzioni di dettaglio come i ricorsi rompigoccia in materiale lapideo introdotti per ridurre il fenomeno dell'erosione sulle pareti esposte alle intemperie. 
 
foto di Viviana Gori

A complemento dei diversi sistemi di facciata è stata realizzata la struttura di una cupola in canne di fiume secondo il principio del domocaña, tecnica sviluppata in Perù e già sperimentata da AK0 in altre occasioni. La cupola di Sibari è stata realizzata su un telaio in ferro di 4,00 x 4,00 m.

I manufatti e prototipi realizzati durante questa esperienza, sono stati accompagnati da pannelli esplicativi che illustrano le tecniche impiegate con il fine di allestire un percorso-mostra che guidi lo spettatore all'interno della ricerca intrapresa in questa settimana di collaborazione. 
 
foto di Viviana Gori





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