Prefabbricazione e autocostruzione - primi passi







































Nel 2009 Ak0 ha iniziato a sperimentare i sistemi costruttivi in terra, canne di fiume e legno, successivamente approfonditi con altre esperienze costruttive e progettuali.
Nell'indagine partita con SHELLter, uno degli aspetti individuati da esplorare era la possibilità di realizzare volumi architettonici diversi dal parallelepipedo con pareti verticali. Con il concept SPORA alla ricerca costruttiva si è affiancata una ricerca formale più articolata che necessita ora di verifiche sul campo. Fino a che punto forme architettoniche più articolate possono essere realizzata con risorse naturali e direttamente da persone non specializzate?

Una prima occasione per tale approfondimento è nata nell'ambito di un workshop organizzato da Ak0 per i partecipanti al Corso Housing - nuovi modi di abitare tra innovazione e trasformazione, Master di II° livello promosso dall’Università di Roma Tre.
In una settimana i 18 corsisti, molti dei quali senza esperienza di cantiere precedenti, hanno realizzato un piccolo modulo abitativo nel Comune di Casalincontrada (Chieti).
Il manufatto, progettato dagli architetti Stefan Pollak e  Sandro Sancineto, unisce due differenti tecniche del costruire in terra cruda. Verso est, l'edificio è chiuso da un massiccio muro in massone, la tradizionale tecnica delle case rurali della costa abruzzese. Similmente a quanto avviene nelle tecniche francesi del bauge, nel Wellerbau tedesco o nel cob, diffuso nel mondo anglosassone, si tratta di una modalità in cui la muratura cresce per addizione di porzioni di terra sagomate a mano (il “massone” appunto) per essere successivamente sagomata con la vanga.













































































Per le altre pareti, il progetto prevede l'uso della quincha, tecnica diffusa in tutta l'America Latina, basata su telai lignei su cui possono essere intrecciate canne vegetali che fanno da supporto per un sottile strato di terra. Nel caso specifico, è stato utilizzato un doppio telaio in grado di accogliere nell'intercapedine uno strato isolante in fibra di legno compressa.

I partecipanti hanno confezionato i telai direttamente a pié d'opera. Ciononostante la possibilità di lavorare con un materiale maneggevole come il legno, fornito grezzo in tagli standard, permette di
controllare con una certa precisione la geometria di murature in terra altrimenti molto libere nel loro andamento. I risultati raggiunti in questo senso incoraggiano a sperimentare maggiormente l'integrazione tra prefabbricazione ed autocostruzione con i risvolti tecnici ed economici che ne possono conseguire.

Il prototipo sarà nuovamente oggetto di un'iniziativa didattico-realizzativa alla fine di agosto, quando nell'ambito di una summerschool sull'uso dei materiali naturali nel trattamento delle superfici le sue superfici accoglieranno intonaci e rivestimenti sperimentali. A breve nuove informazioni su questo.

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foto di Fabio Liberati
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Martin Rauch a Roma

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Ak0 di nuovo in cantiere